La deriva culturale

La slide indica tre episodi

Il primo.

La prima foto documenta quello che è accaduto alle Fontanelle la sera del 30 ottobre, dopo la chiusura del cimitero al pubblico.  Riportiamo dalla lettera che abbiamo inviato a Sindaco e Assessore, Procura della Repubblica, Prefetto e Sovrintendenza.

“Ecco i fatti. La gente del luogo si è incuriosita per l’arrivo di macchine di alta cilindrata guidate da autisti e dalle quali scendevano persone benvestite, in nero, che entravano nell’ossario. Anche tra coloro che visitavano la mostra sulla storia del cimitero è scattata la curiosità e alcuni sono entrati per vedere quale spettacolo veniva dato. Due sere prima c’era stata, infatti, un’iniziativa del Forum delle Culture che aveva attirato molti giovani.?Con sorpresa si è vista una delle navate trasformata in una sala attrezzata, separata dal resto del cimitero da ampi tendaggi. Un servizio d’ordine impediva l’ingresso dichiarando che si trattava di riunione privata attorizzata dal Comune di Napoli. Era possibile comunque intravedere che nella sala, in parallelo alle ossa, erano state sistemate due file di sedie, al centro un tappeto rosso che conduceva ad una cattedra dove erano posti un quadro e delle statuette, tra il tappeto rosso e le sedie erano disposte a terra due file di lumini accessi. Un’ambientazione suggestiva per un incontro enigmatico e inquietante perché svolto di sera, in un cimitero, dopo la chiusura al pubblico, davanti a resti umani e nel tempo dell’anno dedicato ai morti.

È stato chiesto l’intervento del parroco nelle sua qualità di cappellano del cimitero. Anche a lui si è cercato di vietare l’ingresso, ma dopo qualche momento di tensione è intervenuto uno dei dirigenti dell’associazione che aveva organizzato l’evento, il quale ha invitato il cappellano e alcuni cittadini ad entrare ad ha guidato una rapida visita alla sala. É stato così possibile vedere meglio le opere esposte: il quadro era una copia della Scuola di Atene di Raffaello, una delle statue era di Atena e l’altra rappresentava la lotta tra Ercole e Diomede.

All’uscita dal cimitero c’è stata una breve riunione per prendere una decisione. Alcuni cittadini erano stati allontanati in modo brusco ed erano ritornati con degli ombrelli. Sarebbe bastato un cenno e centinaia di persone sarebbero entrate nel cimitero per interrompere la manifestazione che vi si stava svolgendo. Ancora una volta sarebbe finita sulle prime pagine la parte peggiore di Napoli ,la Napoli del folclore, della magia e della superstizione. Ha prevalso, giustamente, la scelta di rinviare tutto a dopo la celebrazione del 2 novembre per cercare anche di capire meglio quanto era avvenuto.

Dopo aver celebrato il 2 novembre ritorniamo su quanto è accaduto.

Una lettura attenta della simbologia che caratterizzava la sala potrà chiarire di che natura era l’incontro, ma non è questo che ci interessa. Lasciamo l’indagine agli appassionati del genere di Dan Brown. Certo la lotta tra Ercole e Diomede è un’opera d’arte interessante e ardita, ma non adatta ad un cimitero e tra I’altro, nella penombra e prima delle spiegazioni, aveva fatto sorgere l’ipotesi di un rito a sfondo erotico.?Né ci interessa sapere se quanto è awenuto rientra nelle fattispecie previste dal codice penale nel titolo IV, “Dei delitti contro il sentimento religioso e contro la pietà dei defunti”. Sarà la magistratura, se lo riterrà opportuno, a chiarire questo aspetto. Noi riteniamo solo doveroso portare a conoscenza dell’autorità giudiziaria quanto è accaduto.?Né ancora ci interessa sapere se sono stati violati regolamenti amministrativi.

Ci interessa invece denunciare la “scandalosa” gestione da parte del Comune di questo luogo che è un cimitero storico, cioè nello stesso tempo un bene culturale, ma anche un luogo sacro. Il comune si rifiuta di prendere atto di questa realtà. L’episodio del 30 ottobre non è il primo. Dalla riapertura, pochi anni fa, abbiamo assistito a tutto: dal servizio fotografico con le modelle tra i teschi, all’apposizione di una targa celebrativa della pubblicazione di un libro ai piedi di un teschio, a spettacoli con musiche, canti e danze e tutto questo mentre, dopo aver speso ben due milioni di euro di denaro dei cittadini per il restauro, il cimitero sta crollando pezzo dopo pezzo.

Il Comune di Napoli gestisce il cimitero delle Fontanelle come se fosse un qualsiasi bene culturale e non come un cimitero storico, accreditando un’immagine distorta della pietà verso i defunti e della religiosità del popolo napoletano.

La proposta dell’assessore Daniele di istituire una commissione che proponga un regolamento per la gestione dell’ossario era stata accolta da molti con perplessità, ma da noi favorevolmente. Non si può, però, non constatare che la proposta è bloccata da mesi.

Un’ultima considerazione deve necessariamente essere fatta sulla sera del 30 ottobre. Il gentiluomo che ci ha fatto entrare nella sala salutandoci ci ha detto: “siamo persone perbene”, gli è stato risposto: ” non ne dubitiamo”.

Il secondo. Un visitatore ha scavalcato  la staccionata, preso un teschio e lo ha riposto in una cassetta di polistirolo, quelle che si usano normalmente per trasportare le mozzarelle.

Il terzo.  dopo la presentazione/spettacolo di un libro di Pino Imperatore è stata collocata una una targa davanti al teschio del Capitano.