Il Ministro Dario Franceschini al Rione Sanità

Ieri le associazioni del Rione Sanità hanno incontrato il Ministro Dario Franceschini nella basilica di San Gennaro prima della messa in suffragio di Totò.

Di seguito alcuni passi dell’intervento di Rocco Civitelli per IRiS Fontanelle. 

“Il nostro lavoro è diretto innanzitutto a contrastare i luoghi comuni che schiacciano l’identità di Napoli: i napoletani sfaticati, ancorati ad una dimensione religiosa magica e pagana, capaci di esprimersi solo attraverso pizza e mandolino.

Consapevoli che spesso questa immagine viene alimentata da scelte e comportamenti di una parte della cultura e del ceto politico della città e che è in atto una trasformazione dell’immagine di Napoli nel mondo, attraverso il paradigma della napoletanità.

Per secoli la cultura è stato un punto di forza dell’identità napoletana, oggi non è più così. Ma ricordare Tommaso d’Aquino, Vico e Croce non basta. Contano le scelte che facciamo oggi. Qui commemoriamo giustamente Totò, ma non in quanto maschera della napoletanità, ma punto alto della professionalità e della creatività del lavoro napoletano nel teatro e nel cinema. Un settore del mondo del lavoro napoletano che che ha avuto un passato, ha un presente, con Martone e Sorrentino, e a cui dobbiamo costruire un futuro.
Abbiamo difficoltà a tradurre le iniziative temporanee in strutture permanenti, non importa se pubbliche o private. Esemplare è la vicenda del museo di Totò, o del teatro e del cinema napoletano, così come del museo della musica. Discussioni inconcludenti aperte da decenni.
Oggi alla Sanità c’è un fermento culturale straordinario, si può vincere, ma si può anche perdere come è stato con il Rinascimento napoletano negli anni 90.

Alla Sanità IRiS è impegnato su tre fronti

Il cimitero delle Fontanelle. Le catacombe di San Gennaro e il cimitero delle Fontanelle rappresentano l’alfa e l’omega di come possono essere gestiti e valorizzati i beni culturali. Le catacombe sono l’esempio positivo, il cimitero è l’esempio negativo. Alle Fontanelle non si paga il biglietto e si spendono trecentomila euro all’anno per una gestione ordinaria che non assicura i livelli minimi di tutela del bene; non c’è un’indicazione che dia al visitatore la possibilità di orientarsi e conoscere la storia dell’ossario, accreditando consapevolmente il cimitero come parco a tema della superstizione e del paganesimo del popolo napoletano.

La scuola. Negli anni 60 alla Sanità fu costruito un formidabile sistema scolastico. Centinaia e centinaia di ragazzi provenienti da altri quartieri ogni mattina entravano nel Rione. Quel sistema scolastico è stato irresponsabilemente smantellato. Dietro le difficoltà che ci sono nel contrastare i fenomeni criminali che oggi devastano il Rione ci sono sicuramente i limiti culturali e pratici dell’azione repressiva, ma c’è anche, e forse soprattutto, l’incapacità di indicare agli adolescenti, a tutti gli adolescenti, un futuro e una strada per raggiungerlo.

Il territorio. Il Rione Sanità ha un passato di grandi tradizioni nell’industria delle pelli e nell’artiganato. Di tutto questo se ne sta perdendo anche la memoria. Oggi ci sono le condizioni per costruire un Distretto Culturale. La nascita della Fondazione San Gennaro va in questa direzione, ma non basta. Prevalgono chiusure individualistiche e di piccoli gruppi; mancano le Istituzioni e l’associazionismo. Il progetto Vergini-Sanità approvato dal MiBACT può rappresentare un’imporante occasione. Stiamo ricostruendo la storia del mancato distretto industriale, affinchè gli errori di allora, innanzitutto lo sfruttamento e la precarietà dei lavoro, non si ripetano”.