L’Arciconfraternita dei Santi Pellegrino ed Emiliano e il culto delle anime del Purgatorio

Anche questo documento si colloca,  indirettamente, nell’ambito delle ricerche sulla provenienza delle ossa che sono al cimitero delle Fontanelle.

Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta il culto delle anime del Purgatorio a Napoli si esaurisce, a testimonianza di una convinta adesione al messaggio del Concilio Vaticano II sul ridimensionamento delle devozioni a favore di un rinnovamento liturgico, che ha al centro Cristo e la parola di Dio.

Molti ipogei delle chiese vengono svuotati in un percorso che stiamo cercando di ricostruire. In alcuni casi le ossa vengono murate dietro gli altari, in altri vengono portate al cimitero delle Fontanelle o nelle sedi che le arciconfraternite hanno a Poggioreale.

Nel documento del mese di febbraio 2016 pubblichiamo la foto di una lapide che è non solo una testimonianza degli avvenimenti di quegli anni, ma che soprattutto ci parla della ricchezza di sentimenti che c’è, a volte, dentro alcune forme di pietà religiosa.

Quando viene decisa la rimozione delle ossa dall’ipogeo dell’Arciconfraternita dei Santi Pellegrino ed Emiliano, le anziane fedeli chiedono di poter proseguire la loro devozione nelle nuove forme, cioè le ossa devono essere tumulate e non esposte, e l’ottengono attraverso la disponibilità dell’ Arciconfraternita dei professori di musica, che concedono un ampio spazio nella loro struttura. Il trasferimento a Poggioreale avviene con un funerale.

Questo episodio mi è stato raccontato per la prima volta da Antonio Vitagliano.

Per saperne di più scarica da questo sito/Pubblicazioni il pdf del volume: Rocco Civitelli, Il cimitero delle Fontanelle dal secondo dopoguerra al concilio vaticano II in alcuni articoli di stampa con il racconto “Purgatorio” di Domenico Rea, Libreria Dante & Descartes 20014, p. 13.

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