Nelle settimane scorse è stato siglato un protocollo d’intesa tra il Sindaco e il Parroco della chiesa del cimitero Fontanelle. Si deve ora procedere alla stipula della convenzione.
La richiesta della Parrocchia di tornare a gestire l’ossario nasce dalla volontà di contribuire a risolvere problemi che, pur ampiamente noti e dibattuti, restano inspiegabilmente aperti.
Il problema principale è che la gestione non è regolamentata. Non vi è alcun cartello che indichi a quali norme debba attenersi il visitatore, manca qualsiasi forma di controllo diretto o attraverso videocamere. Il Comune ondeggia tra il considerare il cimitero un luogo sacro, un luogo di culto, oppure solo un bene culturale. E la difficoltà deriva dal fatto che non spetta al Comune decidere se un luogo è sacro ed è di culto, spetta alla Chiesa. Ed è la Chiesa che indica in quale modo si debba eventualmente svolgere il culto.
Abbiamo così visitatori che scavalcano le transenne e toccano le ossa, altri che, invece di utilizzare le cassette per le elemosine, depongono monetine sui crani; alcuni, un po’ maldestri, provocano crolli delle composizioni ossee o delle statue, altri spostano teschi collocandoli in nuove urne, anche in cassette di plastica. Abbiamo assistito in questi anni a di tutto e di più. Liturgie nei giorni dei morti e delle ceneri, via crucis, cerimonie massoniche, esibizioni tra i teschi di attori, cantanti e modelle. E da qualche mese anche spettacoli musicali.
Le conseguenze sono da un lato danni spesso irreparabili all’ossario e dall’altro un’immagine di Napoli che asseconda uno tra più noti luoghi comuni e cioè di una religiosità dei napoletani intrisa di paganesimo e superstizione. Mentre la realtà è che siamo di fronte alla storica incapacità del Comune di gestire i suoi cimiteri storici.
Un secondo problema è la gratuità dell’ingresso. Il comune di Napoli, proprietario, ne ha affidato la custodia ad una sua partecipata, la Napoli Servizi, che effettua l’apertura giornaliera e assicura anche le aperture straordinarie per le manifestazioni culturali e religiose che vi si svolgono. La Napoli Servizi fornisce anche, attraverso suoi operatori culturali, che a volte fanno anche da guida gratuita, un minimo di informazioni. In sintesi, si può dire che vi sono impegnati, in media, quattro lavoratori. Tra personale e manutenzione ordinaria vi è una spesa di circa duecentomila euro l’anno. Questa spesa è tutta a carico della collettività, mentre, in parallelo, associazioni e imprese turistiche che fanno visite guidate a pagamento guadagnano ogni sabato e ogni domenica migliaia di euro e da poco vi sono anche aperture straordinarie per spettacoli musicali a pagamento.
Ci chiediamo il perché di queste anomalie che non hanno riscontro non solo in Italia e in Europa, ma anche negli altri siti sotterranei di Napoli. La gratuità è ancor di più incomprensibile in una città dove il Sindaco e i suoi assessori non fanno altro che lanciare urla e gemiti per la mancanza di fondi e dove tanti servizi, tra i quali quelli per i disabili, sono stati ridotti.
Il protocollo dovrebbe dunque avviare una fase nuova, la lettura del testo è però di una genericità che lascia esterrefatti. I temi della gestione saranno affrontati o no?
Noi pensiamo che debbano essere affrontati e debbano avere risposte il linea con quello che avviene negli altri cimiteri storici d’Italia e d’Europa.
Senza provincialismo, si può guardare alla gestione di altre realtà simili: le cripte dei cappuccini di Roma e di Palermo, gli ossari del Risorgimento della valle Padana e, soprattutto, le catacombe-ossario di Parigi, a cui si è ispirata la realizzazione nell’Ottocento dell’ossario napoletano.
E infine, avrà ancora un ruolo la Commissione consultiva sul Cimitero delle Fontanelle istituita nel 2015 dalla Giunta Comunale, dopo che la stampa aveva denunciato con fermezza il degrado in cui versava il cimitero? E se si, quale?
Rocco Civitelli
Presidente di IRiS Fontanelle – Istituto di ricerche storiche e documentazione
Pubblicato su La Repubblica Napoli del 18.10.2016