La Rappresentazione della morte a Napoli – Un saggio a puntate – n.9

Puntata n.9

IL MOSAICO POMPEIANO DEL “MEMENTO MORI”

Uno dei mosaici pompeiani più interessanti, per la curiosità che suscita la sua complessa simbologia, è il cosiddetto mosaico del “memento mori”, conservato al Museo Archeologico di Napoli.
Proviene da una residenza con bottega ed era collocato nel triclinium estivo, la sala dove si svolgevano i banchetti. Era infatti durante il simposio che, sin dall’età arcaica greca, i poeti cantavano il rapporto tra la vita e la morte. Lo scheletro, del resto, faceva parte di un’iconografia molto impiegata nei mosaici, in particolar modo del I sec. a.C., e rispecchiava in chiave simbolica la riflessione sulla caducità della vita e sul godimento dei piaceri, temi entrambi alla base della filosofia epicurea molto diffusa nella Campania antica.
Il nome assegnato al mosaico rimanda alla famosa espressione latina “memento mori”. Essa nasce nel contesto politico/militare romano. Infatti durante i trionfi che i consoli prima e gli imperatori poi celebravano, partendo dal Campo Marzio per arrivare fino al Campidoglio, uno schiavo (quindi un uomo la cui condizione di vita era esattamente opposta a quella del comandante) sussurrava all’orecchio del trionfatore: “Guarda dietro di te! Ricordati che devi morire!”.

Nessuna descrizione della foto disponibile.

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(in foto: il mosaico pompeiano del “memento mori”; un’immagine di trionfo su una delle coppe argentee di Boscoreale)